Interview / Intervista
We address the basic premise that protecting Venice depends
on the health of the lagoon and vice versa,
as they are inseparable elements of a single system.
Our mission is thus to return the lagoon and the natural capital it accommodates to the centre of the territorial development model for the future of Venice as a living city.
C: I’m an ecologist that specialises in salt marsh and the restoration of salt marsh and it’s adjacent habitats. At WahV, I am working for the WaterLANDS project, where I am focused on the practical undertaking of restoration in the Venice Lagoon and eventually the scientific interpretation and write-up of results. This involves a range of things from arranging the materials to be used to protect vegetation and sediment on site, as well as on foot observations for things like species abundance, and taking soil samples to look at how much carbon they contain. By interpreting and presenting results scientifically, it adds a credibility to restoration, and increases the pressure on authorities to enable more of it. This is needed to protect Venice from the ongoing threat of sea level rise and climate change.
M: I’m an environmental activist and multidisciplinary researcher. In 2019 I started volunteering for WahV while writing my thesis on blue carbon in the context of the Venice Lagoon. Since 2022 I have been working at WahV and I currently coordinate research and community engagement activities related to demonstrating the potential and feasibility of nature-based solutions to restore the salt marsh in the Venice Lagoon, addressing socio-ecological challenges with creativity and innovation. Currently I am focusing on the issues of governance together with the economic and financial arguments for combining biodiversity restoration with adaptation to and mitigation of climate change. I always try to keep myself in the shoes of the future residents of Venice, human or nonhuman, in designing activities that have an impact in the long term and that have the future generations as protagonists.
What are the most pressing issues that The Lagoon and Venice are currently dealing with?
M: The diversity of a system is frequently used as a proxy for the longer term health since a diverse system has greater adaptive capacity, therefore it’s more likely to have the facilities needed to adapt to change and compensate for disturbance. This is the essence of the term “resilience”. As you say, Venice suffers from different forms of erosion of diversity, including commodification of natural resources (and social relations), urbanification and standardisation of the human experience. As is the case with other socio-ecological systems (over-touristed places around the world), Venice suffers a converging existential crisis: loss of biodiversity and loss of traditional cultures that is further exacerbated by the climate emergency and rising water levels.
What do you believe are some solutions for tackling these challenges?
C: The threat of climate change and sea level rise can be addressed through a well-maintained, natural marsh barrier surrounding Venice, mitigating the effects of waves and flooding. The use of materials like coconut fibre mattresses dissipate wave energy and disrupt flow, acting as a barrier to water which when the tide rises, would otherwise slowly erode away the sediment and prevent the seedlings of salt marsh plants from settling and becoming established. By taking this first step it allows the very first plants, which are called pioneer species, to grow and then create the same effects, eventually becoming a self-sustaining system and preventing the need to re-fill these islands every 10 years with new sediment.
M: Through the EU H2020 WaterLANDS project and the VITAL Initiative, we are developing scalable approaches to recognising, assessing and resisting some of the pressures on the ecological functioning of the salt marshes while designing and coordinating a range of activities designed for salt marsh regeneration. An important part of this work includes innovative approaches to environmental monitoring.
In parallel to fieldwork, we also facilitate community engagement in order to generate the public and political will to overcome the chronic and persistent inaction that has characterised Venice for so long. These activities can be highly varied e.g. deliberation workshops with a combination of “lagoon users”, educational projects with school children that then help reawaken family interest in the lagoon, and city-wide poster awareness campaigns. In all these activities our intentions extend beyond explaining our agenda to others – just as important is gathering propositions, reactions, and fresh insights relevant to the issues we focus on.
We believe that stewardship of biocultural diversity in Venice and worldwide needs to be prioritised in order to enable the shared vision of “living in harmony with Nature”. Respect for the forces of nature - the true essence of Venice - is actually what characterises the Venetian civilisation that we celebrate today.
How can people engage with your organisation?
M: To support WahV we welcome donations of any amount. Also anyone can become a member. Our next AGM is on 19 March, and we embrace the possibility of discussing and co-creating priorities for action.
M: We are here Venice è un’organizzazione no-profit dedicata al mantenimento di Venezia come città viva. Fondata nel 2015, opera sia come piattaforma di ricerca che d’azione, rafforzando i collegamenti tra le migliori fonti di informazione disponibili, i soggetti interessate e la comunità locale in generale. Operiamo con la premessa di base che la protezione di Venezia dipende dalla salute della laguna e viceversa, poiché sono elementi inseparabili di un unico sistema. La nostra missione è quindi riportare la laguna e il capitale naturale che ospita al centro del modello di sviluppo territoriale per il futuro di Venezia come città viva.
C: Sono un ecologo specializzato nello studio e ripristino ecologico delle zone umide e dei loro habitat adiacenti. Presso WahV, lavoro per il progetto WaterLANDS, dove mi occupo della realizzazione pratica del ripristino delle barene della Laguna di Venezia e, in ultima analisi, dell’interpretazione scientifica e della stesura dei risultati degli interventi. Questo comporta una serie di attività, dalla progettazione e disposizione dei materiali da utilizzare per proteggere la vegetazione e i sedimenti del sito pilota, all’ osservazione dello stato e mantenimento della biodiversità, e al prelievo di campioni di suolo per valutare quanto carbonio contengono. Interpretando e presentando i risultati in modo scientifico, si conferisce una credibilità al ripristino e si aumenta la pressione sulle autorità per implementare il ripristino su scale di paesaggio. Questo è necessario per proteggere Venezia dalla continua minaccia dell’innalzamento del livello del mare e dai cambiamenti climatici.
M: Sono un’ attivista ambientale e ricercatrice multidisciplinare. Dal 2022 invece lavoro con WahV, coordinando le attività di ricerca e di coinvolgimento della comunità per dimostrare il potenziale e la fattibilità delle soluzioni basate sulla natura per ripristinare le barene della Laguna di Venezia, affrontando le sfide socio-ecologiche con creatività e innovazione. Attualmente mi sto concentrando sulle questioni di governance e sulle questioni economiche e finanziarie per integrare il ripristino della biodiversità nelle strategie di adattamento e mitigazione ai cambiamenti climatici.
Attualmente, quali sono le questioni più urgenti che la Laguna e Venezia stanno affrontando? E quali sono delle soluzioni per affrontare queste sfide?
M: La diversità di un sistema viene spesso utilizzata come indicatore della sua salute a lungo termine, poiché un sistema diversificato ha una maggiore capacità adattativa e, quindi, è più probabile che disponga delle strutture necessarie per adattarsi ai cambiamenti, attenuando i fattori di stress. Questa è l’essenza del termine “resilienza”. Come hai detto, Venezia affronta diverse sfide legate a varie forme di erosione della diversità, tra cui la mercificazione delle risorse naturali (e delle relazioni sociali) e l’urbanizzazione e la standardizzazione dell’esperienza umana. Come avviene con altri sistemi socio-ecologici (per esempio nei luoghi sovraffollati in tutto il mondo), Venezia affronta una crisi esistenziale convergente: la perdita di biodiversità e la perdita delle culture tradizionali, ulteriormente aggravata dall’emergenza climatica e dall’innalzamento del livello dell’acqua.
Le persone come possono entrare in contatto con la vostra organizzazione?
C: La minaccia del cambiamento climatico e dell’innalzamento del livello del mare può essere affrontata attraverso una barriera naturale di barene in stato ecologico funzionante che circondano Venezia, attenuando gli effetti delle onde e delle inondazioni estreme. L’uso di materiali come materassi (o burghe) di fibra di cocco disperde l’energia delle onde e ne interrompe il flusso, agendo quindi come una barriera all’acqua che, quando la marea sale, altrimenti eroderebbe lentamente il sedimento e impedirebbe alle piantine delle barene di colonizzare il sedimento e crescere. Facendo questo primo passo, si permette alle prime piante, chiamate specie pioniere, di crescere, diventando alla fine un sistema autosufficiente. Questo e evita la necessità di riempire ogni 10 anni con nuovi sedimenti questi ecosistemi.
M: Attraverso il progetto europeo H2020 WaterLANDS e l’iniziativa VITAL, stiamo sviluppando approcci scalabili per riconoscere, valutare e contrastare alcune delle pressioni sul funzionamento ecologico delle barene della laguna di Venezia, progettando e coordinando una serie di attività finalizzate al loro ripristino. Una parte importante di questo lavoro include approcci innovativi al monitoraggio ambientale.
Parallelamente al lavoro sul campo, facilitiamo anche il coinvolgimento della comunità locale, al fine di generare la volontà pubblica e quindi politica di superare l’inerzia cronica e persistente che ha caratterizzato Venezia per molto tempo. Queste attività possono essere molto varie, ad esempio workshop partecipativi con una combinazione di persone che vivono e lavorano in laguna; progetti educativi con bambini delle scuole che poi aiutano a risvegliare l’interesse delle famiglie per la laguna; e campagne di sensibilizzazione su vari temi inerenti alla salvaguardia in giro per tutta la città. In tutte queste attività, le nostre intenzioni vanno oltre spiegare la nostra agenda ad un pubblico: altrettanto importante è infatti raccogliere proposte, reazioni e nuove intuizioni pertinenti alle questioni su cui ci concentriamo.
Crediamo che la custodia della diversità bioculturale a Venezia e nel mondo debba essere una priorità per consentire la visione condivisa di un “vivere in armonia con la Natura”. Il rispetto per le forze della natura, la vera essenza di Venezia, è ciò che caratterizza effettivamente la civiltà veneziana che celebriamo oggi.
Le persone come possono entrare in contatto con la vostra organizzazione?
M: Per sostenere WahV, accogliamo donazioni di qualsiasi importo. Chiunque può diventare membro. La nostra prossima assemblea generale è il 19 marzo, e accogliamo con entusiasmo la possibilità di discutere e co-creare attività per il futuro.